lunedì 20 giugno 2011

Pisapia-Moratti, scontro sul bilancio Lui lancia l'allarme sui conti del Comune, lei accusa: vuol mettere le mani avanti per toccare tariffe e Irpef

MILANO - Tra le prime battute del suo attesissimo discorso alla prima seduta del consiglio comunale (leggi la diretta sms), il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha lanciato l'allarme sull'equilibrio del bilancio di Palazzo Marino, ricevuto in eredità dal suo predecessore Letizia Moratti. «Non posso esimermi dal dire, è il mio un dovere di trasparenza, fin da subito parole chiare: un primo esame conferma quanto già i revisori del Comune di Milano avevano rilevato - ha detto Pisapia - e cioè che, dal controllo sugli equilibri di bilancio, emerge "un andamento assai negativo delle entrate che compromette l'equilibrio di bilancio sia di parte corrente che dei saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilità". Sul bilancio del Comune, e sull'effettiva situazione rispetto a quella che ci è stata comunicata, faccio fin d'ora ogni riserva e darò immediate comunicazioni non appena saranno terminate le doverose verifiche». Ascoltando queste frasi Letizia Moratti (chiamata, durante tutti gli appelli fatti in aula, Brichetto Arnaboldi Letizia, cosa per cui Basilio Rizzo ha poi in qualche modo chiesto scusa) scrollava la testa. E quando le è stata data la parola ha attaccato, insinuando che Pisapia volesse in qualche modo «mettere le mani avanti» per giustificare «ritocchi» alle tariffe e all'addizionale Irpef.
IL PROGRAMMA - «I milanesi hanno deciso di aprire nella loro città una nuova stagione politica», ha esordito Pisapia nel suo discorso programmatico. «Milano vuole ritrovarsi di nuovo unita intorno a un obiettivo comune. Milano vuole trasformare il sogno in realtà e tornare a essere la capitale economica e morale del Paese. Il consiglio comunale deve essere un luogo aperto, partecipato dai cittadini». Pisapia è apparso visibilmente emozionato, ha pasticciato un po' con il microfono (poi un commesso l'ha aiutato) e confuso qualche parola mentre leggeva le 5 cartelle del suo discorso. Tra i ringraziamenti, ha citato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il cardinale Dionigi Tettamanzi; a braccio, ha aggiunto l'ex presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri e il segretario generale del Comune Giuseppe Mele.
BASTA AUTO BLU - «A Milano è avvenuto qualcosa di inedito sulla scena politica: si è aperta una nuova stagione che ha riportato al centro un’Italia che sembrava offuscata, nascosta», ha detto Pisapia. «Quest’Italia, questa Milano chiede a gran voce innanzitutto di essere protagonista della scelte della città e, quindi, di partecipare attivamente alla vita collettiva; e chiede, a chi è stato eletto, coraggio nell’immaginare, e nel costruire, un futuro migliore per tutti; il che significa anche saper rinunciare a quei piccoli privilegi che hanno contribuito a creare un fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti». E perciò «non vi saranno nel nostro Comune, auto blu. Abbiamo delle piccole Punto bianche in condivisione, e ne faremo uso con la dovuta sobrietà». Un simbolo per comunicare, anche visivamente, l'«aria del cambiamento». «Si tratta, certo, di piccole cose che però possono essere indicative di un rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta».
I CONSIGLI DI ZONA - Nell'intento di coinvolgere «coloro che sono stati ai margini della politica», Pisapia ha annunciato che i consigli di zona «saranno vere e proprie municipalità - con poteri reali, risorse sufficienti e una parte di bilancio partecipato – in grado di svolgere un ruolo di mediazione nella partecipazione concreta dei cittadini sui problemi della città e di proporre soluzioni concrete ai problemi delle singole zone». Tra gli obiettivi prioritari della nuova amministrazione di centrosinistra, Pisapia si è impegnato a dare risposte ai lavoratori che cercano una occupazione dignitosa, anche combattendo la precarietà, a offrire prospettive di futuro ai giovani e assicurare alle imprese un «contesto di concorrenza trasparente». Il discorso di Pisapia è stato salutato da un applauso di tutti i consiglieri della maggioranza in piedi. Nessun rappresentante del centrodestra ha applaudito.
LA MORATTI: VUOL TOCCARE LE TARIFFE - Una «relazione generica e retorica» che «io non mi sento di votare» perché «non risponde alle straordinarie vitalità della nostra città», ha commentato l’ex sindaco Letizia Moratti, prendendo la parola per prima dopo il discorso di Pisapia. «Mi riservo di tornare su bilancio - ha aggiunto Moratti - ma devo dire che siamo orgogliosi di lasciare un bilancio che, se farete le cose che abbiamo previsto, prevede un avanzo di 48 milioni di euro». «Non vorrei che il suo accenno al bilancio sia per mettere le mani avanti per toccare le tariffe e la partecipazione all’Irpef», ha aggiunto la Moratti, promettendo: «Su questi punti come opposizione saremo fermissimi». «Non capisco quali siano i progetti su cui puntate», ha detto inoltre la Moratti, criticando la decisione di apportare modifiche al Piano di governo del territorio «che avrebbe creato moltissimi posti di lavoro». Letizia Moratti ha anche rimproverato Giuliano Pisapia di aver esaltato la vitalità di Milano solo in riferimento al movimento politico e civile che ha portato alla sua affermazione elettorale, ignorando così le restanti anime che vivono ed operano a Milano.
CONTESTATA DALLA PIAZZA - E' bastato che l'ex sindaco di Milano Letizia Moratti prendesse la parola in Consiglio comunale perché da piazza San Fedele, dove molte persone stanno seguendo i lavori dell'aula dal maxischermo, agli applausi che avevano salutato l'intervento del nuovo primo cittadino Pisapia seguisse una lunga bordata di fischi, ripetuti a più riprese. A essere particolarmente subissati dalle urla dei sostenitori della nuova maggioranza, tanto forti da essere udite anche dentro l'aula Consiglio, sono stati i passi del discorso della Moratti in cui ha fatto riferimento al bilancio comunale e, in parte, anche all'Expo. «Vai a casa», le hanno urlato più volte e «ladra, ladra», è stato il grido partito da alcune persone quando ha affrontato il tema dello stato delle casse comunali.

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