giovedì 30 giugno 2011

Condannato il consigliere Giovine. La Bresso: “Ora Cota si dimetta”

Il consigliere regionale del Piemonte Michele Giovine è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per la falsificazione delle firme a sostegno della lista “Pensionati per Cota” con cui era candidato alle scorse elezioni regionali del 2010. Anche il padre, Carlo, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi.
LA LISTA DELLA DISCORDIA - Oltre alla condanna a 2 anni e 8 mesi, Michele Giovine è stato condannato anche alla sospensione del diritto elettorale per 5 anni e all’interdizione dai pubblici uffici per 2. L’accusa per Giovine era di aver falsificato le firme a sostegno della lista ‘Pensionati per Cota‘: i tabulati telefonici e l’esame delle firme, nonche’ dalle ammissioni dei testi, avrebbero fatto emergere che Giovine e suo padre non si trovavano nei Comuni di Gurro e Miasino, nel novarese, nei giorni in cui hanno attestato di avere autenticato le sottoscrizioni. Per il giudice Alessandro Santangelo, che ha emesso la sentenza, sarebbero state falsificate 17 firme su 19. La lista ‘Pensionati perCota‘ è una delle liste al centro dei ricorsi elettorali del centrosinistra nell’ambito della vicenda che l’anno scorso aveva portato al riconteggio delle schede elettorali del Piemonte, poi sospeso dal Consiglio di Stato.
LA BRESSO DICE – “E’ stata riconosciuta la falsita’ di una lista determinante per la vittoria delle ultime elezioni regionali. Si e’ accertato che le elezioni sono state falsate e vinte con la frode”. Questo il commento di Mercedes Bresso, ex governatore del Piemonte sconfitto alle ultime elezioni regionali, alla condanna di Michele Giovine. “Mi auguro – ha aggiunto Bresso – che l’intero procedimento giudiziario faccia coincidere il diritto con la realta’. E non c’è solo la Bresso a chiedere l’addio. “Il presidente della regione Piemonte Cotatragga le conseguenze di questa sentenza e si dimetta subito perche’ la sua maggioranza si regge su una base di illegalita’ come ha dichiarato oggi il tribunale di Torino”, dice Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, che si erano dichiarati parte civile nel procedimento. “Da oggi – conclude Bonelli – la regione Piemonte rischia il caos perche’ ogni cittadino potrebbe impugnare un qualsiasi atto della regione”.

Nasce la Consulta rom per dialogare con il Comune: «Basta sgomberi»

MILANO - Le comunità rom e sinti dei campi nomadi regolari e irregolari di Milano si sono riunite per dare vita alla «Consulta rom», che sarà presentata alla città sabato 2 luglio a Palazzo Marino. Da decenni non si sedevano a un unico tavolo. La decisione di organizzarsi in un'associazione, spiega Dijana Pavlovic, attrice serba di etnia rom, a Milano dal '99, vicepresidente della Federazione «Rom e Sinti Insieme» e promotrice dell'iniziativa, è un «segnale straordinario» e deriva dalla «certezza che con la nuova amministrazione e l'uscita di scena dell'ex vicesindaco Riccardo De Corato, che aveva fatto dei suoi 540 sgomberi un trofeo personale, si è conclusa una politica che non aveva sortito nessun risultato se non costi sociali altissimi e un grande dispendio di denaro pubblico». Una delegazione dei 12 membri della Consulta - formalmente nata il 17 giugno scorso - ha già incontrato martedì scorso il sindaco Giuliano Pisapia e l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, mentre è prevista per lunedì una riunione con l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. I nomadi milanesi, secondo il nuovo organismo di rappresentanza che cita un «censimento del prefetto», sono circa 2000, di cui 800 irregolari. Costituiscono cioè «una popolazione numericamente irrilevante» e «pacifica».
LE RICHIESTE - «Queste disponibilità - spiega l'invito - aprono la strada alla soluzione dei problemi che in questi ultimi 5 anni non si sono voluti affrontare, preferendo fomentare la caccia allo "zingaro" per raccogliere i voti della paura nei confronti di una popolazione pacifica e numericamente irrilevante facendo crescere pregiudizi, discriminazione e sentimenti razzisti». Sono tre le richieste della Consulta: stop a sgomberi «senza soluzioni e senza assistenza», ridiscussione del piano Maroni e dell'uso dei fondi stanziati dall'Unione Europea e «la valorizzazione delle risorse umane rom e sinte».
TUTELA E INCLUSIONE - La Consulta, in particolare, segnala la necessità di evitare spostamenti di intere famiglie da un posto all'altro, in condizioni di sempre maggiore degrado. Quanto al piano Maroni, la richiesta è di rivedere l'utilizzo dei 13 milioni di euro - parte del Fondo sociale europeo per politiche di tutela e inclusione delle comunità rom - che sono da finalizzare a reali politiche di convivenza, in armonia con le direttive comunitarie. C'è infine l'obiettivo di coinvolgere rom e sinti nella gestione organizzativa ed economica delle realtà presenti sul territorio comunale e nell'attività di scambio sociale e culturale con le istituzioni e la cittadinanza.

I Punkreas denunciano! Roba da fantascienza.


30/06/2011   PUNKREAS: COSA E’ SUCCESSO QUESTA NOTTE !       Stendiamo il presente comunicato per rendere pubblica la gravissima situazione che ci ha visto involontari protagonisti nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2011 presso l’Euro Hotel di Nichelino, alle porte di Torino . Dopo il concerto dei Punkreas tenutosi presso il Free Music Festival di Nichelino, ci dirigiamo verso l’albergo insieme alla crew e ai rapper Anti L’Onesto e Dj Noko che hanno chiuso la serata e che viaggiano con noi. Arrivati sul posto, attorno alle ore 02:00 constatiamo la presenza di militari in divisa – carabinieri – che presidiano l’entrata e immediatamente ci si approcciano con modi poco amichevoli. Veniamo inoltre a conoscenza del fatto che l’albergo ospita un alto numero di carabinieri (70-100), presumibilmente destinati a servizio di O.P. in Val di Susa, dove il giorno precedente si sono avuti duri scontri con ampio uso di lacrimogeni contro i manifestanti.   Alcuni di noi, come da consolidata tradizione, si ritrovano nella camera di Paletta per parlare del concerto appena effettuato e fare gli ultimi saluti prima di raggiungere le rispettive stanze. Dopo circa un’ora, il gruppetto si scioglie e restano nella stanza solo Paletta, Gagno e il fonico Gianluca Amen, che continuano a chiaccherare.   Quando sono circa le 03:30, senza aver avuto peraltro alcun avviso o richiamo né dalla direzione né dagli ospiti delle stanze confinanti, i 3 sentono dapprima bussare violentemente alla porta e subito dopo cominciano ad avvertire difficoltà respiratorie che in breve diventano sempre più pronunciate, unitamente a bruciore intensissimo a gola e occhi. In breve, si rendono conto che qualcuno sta pompando gas urticante da sotto la soglia della porta della camera. Sentendo rumori e grida di sfida e di scherno dall’esterno, e nonostante la situazione sia resa anche più grave dall’impossibilità di aprire completamente la finestra della camera , i 3 decidono di non uscire, per timore di aggressioni fisiche. Si chiudono momentaneamente nel bagno, sperando così – e con l’ausilio degli asciugamani bagnati – di limitare i danni e resistere a quello che sembra un vero e proprio assalto. Immaginatevi 3 persone chiuse in una camera satura di gas iniettato dall’esterno da un numero indefinito ma alto di militari che gridano di volersi vendicare di un tono di voce – a loro detta – troppo alto.   Nel frattempo qualcuno nelle stanze vicine sente qualcosa. Il primo ad affacciarsi è Anti, che subito si trova la strada sbarrata da tre militari in borghese, muniti di manganello .Il rapper viene schiaffeggiato, malmenato e spinto nel bagno. Gli viene intimato di non uscire dalla stanza e di “farsi i cazzi suoi”. A questo punto si sveglia il band manager Ruvido che si rende subito conto della gravità della situazione e chiama immediatamente ambulanza e carabinieri di Nichelino. Nel frattempo band e crew si compattano per affrontare la situazione. Solo a quel punto, rendendosi conto di avere a che fare con persone che potrebbero godere di attenzione mediatica, i militari cambiano repentinamente atteggiamento tentando di minimizzare l’accaduto. Appaiono graduati che si offrono insistentemente di trovarci dapprima delle nuove camere, poi addirittura un nuovo hotel. Ovviamente rifiutiamo, raccogliamo i nostri bagagli e ripartiamo da Torino con destinazione casa. Abbiamo deciso di rendere noto l’accaduto non solo perché di per sé vergognoso e meritevole di suscitare indignazione, ma anche perché abbiamo avuto la netta sensazione che le cose sarebbero precipitate ulteriormente se non avessimo dato velocemente l’impressione di avere immediati e sufficientemente influenti contatti esterni (agenzia, ufficio stampa, avvocato).   Per una lunghissima mezz’ora noi, e in particolare i 3 chiusi in camera ci siamo sentiti come devono essersi sentiti Uva, Cucchi, Aldrovrandi, e tanti, tantissimi, troppi altri finiti senza possibilità di difendersi nella mani di chi abusa del suo potere per scopi che nulla hanno a che vedere con l’ordine pubblico.   Punkreas & Crew

lunedì 27 giugno 2011

Guardia di Finanza: «In vista dell'Expo contributi tracciabili contro le mafie»

MILANO - Evasione dei redditi record in provincia di Milano. Nei soli primi cinque mesi del 2011, la Guardia di Finanza ha scovato 9 miliardi di euro non denunciati al fisco, il 40 per cento del «nero» scoperto sull'intero territorio nazionale, e un'evasione dell'Iva pari a 3,2 miliardi, il 58% del dato italiano. Sono solo alcuni dei numeri dell'attività in provincia di Milano della Gdf, che oggi festeggia nella caserma «5 giornate» di via Melchiorre Gioia il 237/o anniversario della fondazione del corpo.

Generale Attilio Iodice, lei è il comandante provinciale della Fiamme gialle. Si sarebbe detto: più crisi, meno tasse evase.
«Non è così perché alcune imprese usano l'evasione come una forma di autofinanziamento. Non pago le tasse, mi restano più soldi in tasca. Ci siamo molto concentrati nella lotta all'evasione fiscale, soprattutto quella internazionale. In Lombardia ci sono i due terzi delle imprese italiane che fatturano più di 300 milioni l'anno, e la maggior parte si trova in provincia di Milano».

Che genere di sotterfugi vengono usati?
«Si tratta di raffinatissime forme di elusione fiscale che si traducono in grandi evasioni. Ci sono multinazionali che operano in Italia, ma pagano le tasse altrove, cioè nei paesi in cui c'è una fiscalità agevolata, facendo figurare fittiziamente di avere lì la propria sede. Accade anche il contrario, imprese che hanno una stabile organizzazione all'estero, ma preferiscono far figurare la sede in Italia».

C'è un incremento anche delle bancarotte?
«In meno di sei mesi abbiamo già raggiunto il 60 per cento di tutto il 2010 e il 65 per cento degli arresti di soggetti accusati di aver sottratto beni al patrimonio aziendale. Ma la crisi economica ha il suo peso anche sulle truffe».

Meno affari, più imbrogli?
«Tra gennaio e maggio 2011, l'aumento delle denunce è già del 130 per cento rispetto al 2010 con un numero di arresti pari a quello dell'anno scorso. Non solo raggiri, per così dire, classici. Ci sono anche le truffe nella gestione del credito e dei prodotti finanziari non puri, come alcuni derivati, vere e proprie schifezze finanziarie affibbiate a enti pubblici e a privati».

Un altro fronte è quello della contraffazione.
«È in costante aumento. La combattiamo in collaborazione con la Polizia urbana. Loro partono dalla strada, noi seguiamo i traffici delle merci che arrivano dalla Cina. In un anno sono stati sequestrati più di un milione mezzo di prodotti».

Expo si avvicina, la criminalità organizzata è già pronta?
«Negli ultimi dodici mesi, abbiamo scoperto denaro riciclato per oltre 100 milioni di euro. L'aggressione ai patrimoni illegali e alla criminalità organizzata sta dando sempre più frutti. In vista dell'Expo, e a una norma già esistente, bisognerà lavorare ancora di più sulla tracciabilità dei fondi e dei flussi finanziari legati alle opere pubbliche per scoprire dove e a chi i soldi vanno a finire».

Il Consiglio comunale dice sì alle linee programmatiche della Giunta Pisapia

Con 29 voti a favore e 17 contrari, il Consiglio comunale ha approvato le linee programmatiche della Giunta guidata dal Sindaco Giuliano Pisapia sulle azioni e i progetti da realizzare nel corso del mandato. La delibera è stata dichiarata immediatamente eseguibile.
Con 31 voti a favore il Consiglio ha approvato anche l’ordine del giorno, di cui il primo firmatario è il consigliere Marco Cappato, sui cinque referendum consultivi di indirizzo sul traffico e l’ambiente votati il 12 e 13 giugno. Il documento impegna il Sindaco e la Giunta a “porre in essere ogni azione e provvedimento per realizzare l’indirizzi espresso dai cittadini milanesi”.   

domenica 26 giugno 2011

Sorpresa graduatorie negli asili in 2.800 restano in lista d'attesa

I bambini in lista d’attesa sono circa il doppio di quanto dichiarato da chi ci ha preceduto. Come per il bilancio, anche per gli asili, la situazione lasciata dalla precedente amministrazione è molto diversa da quella annunciata". Ha un tono preoccupato Maria Grazia Guida, vicesindaco con delega all’Istruzione, alla vigilia della pubblicazione delle graduatorie definitive dei nidi e delle scuole dell’infanzia, che interessano oltre 32mila bimbi fra i 6 mesi e i 5 anni. Gli elenchi con i nomi degli 'esclusi' domani saranno affissi nelle 340 sedi dei nidi e delle materne comunali e per quasi 3mila famiglie non saranno buone notizie perché i posti non bastano per tutti. Il vicesindaco non cerca scorciatoie: "Purtroppo i numeri reali sono pesanti perché io considero tutte le domande arrivate, cioè anche quelle dei bambini 'anticipatari' che in teoria, per legge, potrebbero essere iscritti alle elementari o alla materna in anticipo, ma che in realtà vogliono terminare il ciclo scolastico normalmente".

Con queste parole la Guida rivela che i numeri che sono stati dati fino a quando era assessore Mariolina Moioli 'nascondevano' le richieste di iscrizione alla materna dei bambini di 5 anni e mezzo, quelle per il nido dei piccoli di due anni e mezzo. Non solo: nella precedente amministrazione erano state prese in considerazione 'con riserva' le domande di 200 famiglie straniere in attesa di permesso di soggiorno, quindi non regolarmente residenti per l’Anagrafe. Per escludere dagli asili i bambini 'clandestini' il Comune, sotto la giunta Moratti, ingaggiò anni fa una battaglia legale: fu la magistratura a ingiungere di accogliere tutti i bambini "abitualmente domiciliati" in città, anche in assenza dell’iscrizione all’Anagrafe. "Voglio che sia chiaro che la scuola comunale, come la intendiamo noi, deve essere aperta a tutti - precisa la Guida -. Anche ai bambini immigrati i cui genitori non abbiano completato l’iter di regolarizzazione. La scuola è un diritto. Questo vale anche per i bambini disabili ai quali io voglio garantire l’adeguato sostegno, considerando anche chi è in attesa di certificazione medica".

Impegni che comporteranno uno sforzo organizzativo ingente, con classi da 28 iscritti e ricerca di nuove sedi "già a partire dall’estate" per far fronte alla lista d’attesa di 2.842 bimbi. Alle materne, secondo le graduatorie definitive, sono al momento rimasti fuori 1.302 bambini, a fronte di 23.381 domande e 22.079 posti. Ai nidi gli 'esclusi' sono ad oggi 1.540, dal momento che le domande sono state 11.676 e i posti disponibili 10.469, ma ci sono anche 325 posti ancora vuoti in quartieri diversi da quelli richiesti dalle famiglie in lista d’attesa.

Secondo i dati "provvisori" dichiarati dalla Moioli all’inizio del mese, la lista d’attesa sarebbe stata rispettivamente di 899 bambini alle materne e 455 ai nidi. "Chiederò all’assessore al Bilancio Tabacci un intervento speciale per potenziare i servizi per l’infanzia - promette la Guida -. Milano deve tornare ad essere la città dei bambini, all’altezza delle sue tradizioni storiche. La precedente amministrazione aveva scelto di battere la strada dell’appalto e dell’accreditamento dei nidi privati. Non posso fare marcia indietro subito, ma voglio vederci chiaro, verificare la qualità educativa offerta e lo standard dei servizi. Poi si vedrà se è il caso di continuare in quella direzione". E da ultimo una promessa alle famiglie: "È mia intenzione aprire una nuova stagione di dialogo e confronto con i genitori, per progettare insieme la scuola comunale di domani".

Vasco Rossi: «Mi dimetto da rockstar» - Corriere della Sera




Vasco Rossi: «Mi dimetto da rockstar» - Corriere della Sera

venerdì 24 giugno 2011

Pisapia e Tabacci: «Bilancio comunale in rosso, la Moratti ha mentito» - Milano

Pisapia e Tabacci: «Bilancio comunale in rosso, la Moratti ha mentito» - Milano

Parma, 11 arresti per tangenti Rabbia della folla, cariche e lanci di monetine

Prima il risveglio sotto la bufera: 11 arresti per tangenti, primo della lista il comandante dei vigili urbani, tutti uomini fidati del sindaco Pietro Vignali. Nel pomeriggio la bufera che si è trasformata in un tornado: la gente è scesa in piazza, prima 200 persone, poi almeno cinquecento, per chiedere le dimissioni del sindaco Vignali, tra urla, cariche della polizia e lancio di monetine come non si vedeva dai tempi di Bettino Craxi all’Hotel Raphael. Il tutto sotto quel cielo apparentemente sereno e ovattato che è Parma.

La folla voleva entrare in Comune ed è stata respinta dagli agenti in tenuta anti sommossa. Che a un certo punto hanno iniziato a manganellare i manifestanti, nonostante siano tutte persone di una certa età e non facinorosi. La folla ha anche lanciato monetine all’ingresso del Comune. E il sindaco Vignali è ancora barricato nel suo ufficio. Che continua a ripetere: “Non sapevo niente di quello che facevano, dunque non mi dimetto”.

L’inchiesta. Società fittizie che prestavano servizi in cambio di soldi veri. Fatture gonfiate a dismisura su opere pubbliche, in cambio di favori personali nei giardini privati dei dirigenti che appaltavano i lavori. Tangenti, corruzione, vendita di informazioni e favoritismi personali. E questa è solo una parte della fitta trama di reati scoperta dall’operazione ‘Green Money’ atto secondo, condotta dalla Guardia di Finanza di Parma sotto la direzione del Pm Paola Dal Monte e curata dallo stesso procuratore Gerardo La Guardia. E che ha portato in carcere nomi eccellenti di Parma, scatenando una vera e propria bufera su comando della polizia municipale, Comune, Iren e mondo dell’imprenditoria.

Gli arrestati. Si tratta di Giovanni Maria Jacobazzi, comandante dei vigili, Carlo Iacovini, dirigente comunale nel settore del marketing e della comunicazione ed ex capo dello staff del sindaco e direttore di InfomobilityManuele Moruzzi, del settore ambiente del Comune di Parma, Mauro Bertoli, direttore generale dell’IrenErnesto Balisciano, presidente di Engioi(società per azioni di cui il Comune detiene la maggioranza).

In manette anche vari imprenditori locali: il presidente e il vice della cooperativa Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Morigli imprenditori Gianluca FaciniNorberto MangiarottiAlessandro Forni (coinvolto anche nell’inchiesta ‘Green Money’ 1 dello scorso giugno) e l’investigatore privato Giuseppe Romeo LupacchiniUn’operazione anti corruzione non ancora conclusa, fa intendere il procuratore La Guardia: “Come avevo annunciato il mio ufficio si è concentrato contro il fenomeno della corruzione, che a Parma è molto diffuso – afferma lapidario -. Purtroppo sempre più pubblici ufficiali stanno mettendo avanti i propri interessi personali rispetto a quelli della comunità, per cui sono chiamati a lavorare”.

A che punto è l’indagine. L’inchiesta, quindi, continuerà. E non si escludono colpi di scena, dato che spicca tra la lista degli arrestati l’assenza di politici. Sugli indagati, da parte del procuratore e del comandante della Guardia di Finanza, Guido Maria Geremia, bocche cucite. Ma affermano: “La richiesta per queste misure cautelari l’abbiamo avanzata i primi di aprile – spiega La Guardia – e ci è stata concessa solo ora dopo un’attenta riflessione del gip”. Sottointeso: non finisce qui. Intanto però, 11 persone molto note a Parma sono finite nelle celle di via Burla. E le prove contro di loro sono “Ficcanti e inconfutabili” spiegano gli inquirenti: video, fotografie, intercettazioni. Tutto fa capire quanto Enìa era considerata “Una mucca da mungere” da parte dei dirigenti e degli imprenditori, che si facevano pagare con soldi pubblici lavori mai effettuati. Pagando la complicità di chi sapeva con lavori privati delle abitazioni del comandante Jacobazzi e dei dirigenti pubblici. Il tutto, per un totale di circa 500mila euro di risorse pubbliche finite nelle tasche sbagliate.

E’ il caso delle famose rose piantate sul lungo Parma. Un lavoro costato 180mila euro al settore del verde pubblico. Che però costava qualche migliaia di euro, dato che non funziona nemmeno l’impianto di irrigazione. O ancora i 70mila euro che il Comune ha pagato per degli studi realizzati sulla pulizia effettuata sui canali irrigui. Anche il canile ‘Lilly e il Vagabondo’ di Parma è finito al centro della bufera: “Sempre alle solite aziende riconducibili agli imprenditori arrestati, in questo caso a Forni, o alle loro mogli si sono pagati 70mila euro per la realizzazione dell’oasi all’interno del canile – spiega Geremia -. Un lavoro che in realtà è stato effettuato gratuitamente dai tanti volontari del canile. Così come la toelettatura dei cani, effettuata dall’azienda ‘Ringhio’ della moglie di Moruzzi, costata alla comunità 4mila euro al mese. Ma sempre effettuata gratuitamente dai volontari della struttura”.

Non è un caso, quindi, se poi lo stesso Forni abbia effettuato lavori di riqualificazione gratuitamente nella casa al mare di Santa Marinella, a Roma, del comandante della polizia municipale Jacobazzi. Lavori, che secondo gli inquirenti sarebbero stati pagati con i soldi destinati alle due nuove unità cinofile della polizia municipale.

Non solo corruzione. Ma il reato di corruzione non è l’unica accusa caduta sulla testa del comandante dei vigili, in carica a Parma dal 2008. Un filmato e fotografie della Guardia di finanza, infatti, lo incastrerebbero mentre si fa consegnare 4mila euro da un investigatore privato, a Monza, in cambio di informazioni private date in uso solo alle forze di polizia riguardo a persone titolari di società. E ancora, è accusato pure di tentata concussione. Quando il responsabile della polizia municipale annonaria fece una multa al ‘contestatissimo’ dehors di un ristorante di via Farini, di proprietà di un noto imprenditore locale, Jacobazzi chiamò il suo sottoposto minacciandolo di trasferimento nel caso non avesse provveduto immediatamente a togliere la multa a carico dell’imprenditore.

L’inchiesta vede pagine e pagine di reati simili contestati. Come consulenze fittizie strapagate con soldi pubblici. O i servizi con spese ‘gonfiate’ forniti dalla società ‘Student work service’. Un modus operandi che affonda le radici nel tempo: i primi casi di corruzione riscontrati risalgono al 2007. E sono tutti direttamente collegati a quanto emerso dall’operazione ‘Green money’ 1, che aveva portato in carcere 4 dirigenti di Enìa del settore verde pubblico.


mercoledì 22 giugno 2011

Buone Notizie

Ciao Blog, questa sera al coordinamento di zona si è finalmente iniziato a parlare di come programmare le nuove iniziative che partiranno da settembre, credo che questa volta si possa dire che le cose sono cambiate, ho sentito finalmente discorsi che parlano di come far tornare a vivere il nostro Vigentino, di quali servizi bisogna attivare nell'immediato e di tornare a far uscire la gente dalle proprie case e vivere il proprio quartiere. Vi chiedo di rimanere collegati al blog, qui verrete aggiornati su tutto quello che verrà fatto nel nostro quartiere.

a presto ciao a tutti

lunedì 20 giugno 2011

E soffia ancora.

Ormai l’abbiamo capito: il vento di Milano, quello che dopo aver spazzato la Padania si è messo a soffiare su coste e vallate lontane, non ha un’unica origine, non ha un’unica direzione. Nel vento di Milano hanno soffiato il maestrale di Cagliari, lo scirocco di Napoli e la Bora di Trieste, oltre che le folate alzatesi in volo da molte altre città italiane. E in questo vento reticolare, improvviso e imprevisto hanno volato idee insieme concrete e visonarie, idee che sembravano smarrite in un Paese che aveva perso il gusto di pensare al suo futuro prossimo.
Nelle raffiche di queste settimane, soffia il progetto di aprire le scuole pubbliche alla vita dei quartieri; di aprirle ogni giorno dell’anno, per ogni ora del giorno, per tutte le età della vita. Di aprirle all’associazionismo, alla cooperazione, alle reti di zona; senza limitarsi a difenderle dall'abbandono, ma provando a trasformarle nella vera grande primaria infrastruttura sociale delle nostre città.
Nel vento poliedrico che ha unito l’Italia soffia potente l’idea di una, di tante, città-mondo. Di città che non ospitano più delle minoranze da integrare, ma piuttosto delle estesissime reti cosmopolite che già innervano la vita quotidiana. Che già oggi sono risorse indispensabili per il lavoro, l’innovazione, lo scambio commerciale.
Ma nelle raffiche di questo vento spira potente anche una nuova idea della cultura di impresa. Della cultura del rischio sociale che unisce migliaia e migliaia di imprese minute e dinamiche, di giovani e professionisti e artigiani e imprenditori individuali che hanno deciso di trasformare le loro traiettorie individuali di vita in comunità di destino, di rischiare insieme per costruire qualcosa che fino ad ora, fino ad adesso, non c’era.
E soffia incessante in questo vento italiano la corrente profonda di un’ecologia urbana che non si propone solo come ambientalismo, ma come il vero nuovo motore dell’ economia delle nostre città. Un’ ecologia che orienta le energie del fare impresa verso un’agricoltura di prossimità capace di nutrire gli utenti dei grandi servizi urbani. Un’ecologia che trasforma i tetti delle case in superifici per captare la luce del sole e chiede con la forza di un voto popolare che l’unico grande evento globale che si terrà in Italia – l’Expo di Milano del 2015 – regali all’Italia il primo Parco Agroalimetare Planetario e non un affare di immobiliaristi avidi e politici piccoli.
Il vento di Milano e di Napoli e di Cagliari, il vento dell’Italia, il vento dei Referendum e delle città liberate dal berlusconismo, il vento che ha spiazzato tutti, nasce dai sospiri di milioni di donne e uomini e merita una politica diversa.
Perché a soffiare in questi giorni sul’Italia non è una formula tattica brillante, un nuovo equilibrio tra i partiti del centro sinistra, la personalità di un grande leader.
A soffiare è il vento di un nuovo riformismo, che ha aperto le finestre dei salotti dove ristagnava da anni l’indignazione compiaciuta di una sinistra rassegnata a perdere. Un riformismo radicale, che non si è accontentato di indicare delle soluzioni, ma le accompagna a realizzarsi, passo per passo, pronto a correggersi in corsa. Un riformismo coraggioso che pretende di portare a termine le sue idee visonarie e insieme pragmatiche. E che si ostina a voler anticipare, nel quotidiano presente, pezzi di un futuro possibile.

Stefano Boeri

Discorso di Giuliano Pisapia al primo Consiglio Comunale - 20 giugno 2011

Signor Presidente, Signori Consiglieri,
Il recente risultato elettorale e l’esito dei referendum dimostrano che i milanesi hanno deciso di aprire, nella loro città, una nuova stagione politica.
È un cambiamento che coincide con un sentimento di grande, entusiasmante impegno e con una rinnovata volontà di partecipazione alla vita pubblica.
Milano vuole ritrovarsi di nuovo unita intorno a un obiettivo comune.
Milano vuole trasformare il sogno in realtà.
Milano vuole tornare ad essere la capitale morale ed economica del nostro Paese.
E vuole farlo mettendo in gioco se stessa.
e di trasformare la volontà di contribuire a questo cambiamento in uno strumento di crescita collettiva. Il nostro compito è quello di cogliere e indirizzare questo
Questa prima seduta del Consiglio comunale può essere già l’inizio di un nuovo percorso, che restituisca a quest’ assemblea il compito di parlamento della città;
il Consiglio Comunale deve essere, ne sono convinto, un luogo aperto, partecipato dai cittadini, un’istituzione da rispettare;
la sede e il modello di un confronto civile, il cuore di un nuovo corso amministrativo, politico, sociale, culturale per Milano.
, garante della nostra Costituzione e sostenitore di un rapporto sempre più stretto tra Istituzioni e cittadini. Prima di intervenire sulle linee programmatiche che intendo realizzare nel corso del mandato, voglio ringraziare, a nome di Milano, il Presidente della Repubblica,
, per la sua capacità di destare l’attenzione della città e dei suoi amministratori sui temi dell’accoglienza e della solidarietà; per il suo monito morale e civile e per il suo impegno a favore dei più deboli.Un grazie all’Arcivescovo di Milano, il
Mi congratulo con il nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Basilio Rizzo, che per la sua lunga esperienza e per il rigore con cui ha svolto per anni il ruolo di consigliere comunale rappresenta per tutti, ne sono profondamente convinto, una garanzia di corretto e trasparente svolgimento dei lavori di questa Assemblea.
Una grande responsabilità
Sento di avere una grande responsabilità.
A Milano è avvenuto qualcosa di inedito sulla scena politica: si è aperta una nuova stagione che ha riportato al centro un’Italia che sembrava offuscata, nascosta.
Quest’Italia – questa Milano – chiede a gran voce innanzitutto di essere protagonista della scelte della città e, quindi, di partecipare attivamente alla vita collettiva;
e chiede, a chi è stato eletto, coraggio nell’immaginare, e nel costruire, un futuro migliore per tutti;
il che significa anche saper rinunciare a quei piccoli privilegi che hanno contribuito a creare un fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti.
Per esempio non vi saranno nel nostro comune, “auto blu”. Abbiamo delle piccole Punto bianche in condivisione… e ne faremo uso con la dovuta sobrietà.
Si tratta, certo, di piccole cose che però possono essere indicative di un rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta.
Piccole cose che, però, si conciliano anche con l’avere aspettative alte, col sentirci un po’ demiurghi, col credere che è possibile immaginare una città diversa e realizzarla davvero.
Altri l’hanno fatto. E noi lo faremo.
  1. Detroit, schiacciata dalla crisi dell’ auto, era una città che sembrava finita; è diventata una Mecca per i giovani artisti;
  2. Amburgo ha affrontato la crisi della presenza industriale inventandosi capitale dell’ecologia.
oi dobbiamo riconoscere e affrontare i problemi irrisolti. Da quelli piccoli a quelli grandi. Il destino di Milano è
Il progetto di futuro che vogliamo costruire dipende soprattutto da noi.
L’aria del cambiamento, per dare risultati concreti, non può però restare circoscritta a Milano.
Una città non è una monade, né un castello con i ponti levatoi alzati.
Non sarà possibile nessun cambiamento reale, né la soluzione di problemi globali – l’aria, l’acqua, il traffico… - se non riusciremo a rendere concreto il concetto di una città aperta che sviluppi rapporti costruttivi con la città metropolitana e si apra, nei fatti e non a parole, all’
L’obiettivo è di costruire attrazione di risorse, una migliore convivenza e una maggiore coesione tra quelle parti di umanità dell’intero pianeta che hanno scelto il nostro territorio per lavorare e per vivere.
Il nostro successo è stato costruito oltre che dal nostro lavoro, da quello di tantissime persone che hanno scelto di unirsi a noi, dimostrando che siamo in tanti a volere una città nuova:

1) nuova fuori e quindi più bella, più verde, più pulita, più efficiente;
2) nuova dentro: più solidale, più accogliente, più generosa, più attenta, più giusta, più trasparente.
Milano ci ha fatto un dono
Milano ci ha insegnato qualcosa.
Milano ha insegnato a tutto il Paese che la buona politica è un valore che dà prestigio all’immagine di una città e, nello stesso tempo, consente di offrire risposte efficaci ai bisogni delle persone.
Moralità, rispetto dell’altro, correttezza nei comportamenti: i cittadini hanno detto chiaramente che vogliono che la politica riscopra una dimensione etica.
Vogliono che i loro rappresentanti riconoscano la virtù, cioè il merito, le competenze, le capacità, l’onestà, l’integrità e la generosità verso la città.
Vogliono che l’istituzione cittadina sia il primo modello di equità e che, col suo esempio, promuova quel senso civico che è una delle migliori tradizioni di Milano.
Sarò il Sindaco di tutti
I cittadini ci hanno affidato un compito difficile: fornire una risposta credibile alla loro domanda di cambiamento.
Da parte mia ci metterò il massimo di impegno.
Lavorerò guardando al futuro, ma anche cercando negli esempi del passato una guida e, permettetemi di dirlo, il coraggio di superare le difficoltà che non mancheranno.
Milano è stata la culla di un riformismo municipale che ha offerto esempi luminosi di sapienza e lungimiranza amministrativa.
Quegli esempi illumineranno il mio cammino.
Una legislatura costituente
Penso a questa legislatura come a una legislatura costituente.
Costituente soprattutto nella ricostruzione di solide relazioni con la città, che avevano fatto grande Milano, e che si sono come sfilacciate con il tempo.
Occorre rafforzarle per ridare vigore alla città in tutti i campi in cui ha sempre primeggiato: l’economia, il lavoro, l’impresa, le professioni, il welfare, la cultura.
Lo faremo grazie al contributo di personalità di primo piano della politica e della società civile.
Lo faremo attraverso una rete di delegati, di consulte, di agenzie presenti e attive sul territorio.
Ma lo faremo soprattutto coinvolgendo coloro che sono stati ai margini della politica.
Daremo voce a tutte le diverse componenti della società milanese.
rilevante i consigli di zona, che saranno vere e proprie municipalità – con poteri reali, risorse sufficienti e una parte di bilancio partecipato – in grado di svolgere un ruolo di mediazione nella partecipazione concreta dei cittadini sui problemi della città e di proporre soluzioni concrete ai problemi delle singole zone. E in questo avranno un ruolo
A proposito di bilancio, non posso esimermi dal dire – e’ il mio un dovere di trasparenza – fin da subito parole chiare:
Un primo esame conferma quanto già i revisori del Comune di Milano avevano rilevato e cioè che, dal controllo sugli equilibri di bilancio, emerge “un andamento assai negativo delle entrate che compromette l’equilibrio di bilancio sia di parte corrente che dei saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilita’”
Sul bilancio del comune, e sull’effettiva situazione rispetto a quella che ci e’ stata comunicata, faccio fin d’ora ogni riserva e darò immediate comunicazioni non appena saranno terminate le doverose verifiche
Un Patto per la Città
Da parte nostra, intendiamo realizzare un Patto per la Città che si traduca in sviluppo economico e aumento della competitività, del benessere, della crescita sociale e culturale.
Vogliamo altresì dare inizio a una Legislatura che promuova uno stile nuovo fatto di educazione civica e di rispetto della dignità di tutti.
Uno stile nuovo nel modo di rapportarci con il Consiglio comunale, con i gruppi consiliari, con i lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione comunale.
L’Amministrazione deve essere un’organizzazione modello, al servizio del bene comune, un esempio di cultura gestionale positiva che contribuisce a promuovere il cambiamento.
Per questo intendiamo valorizzare il capitale umano e professionale dei dipendenti del Comune favorendo le pari opportunità; la conciliazione della famiglia e del lavoro; in modo che essere genitori non escluda l’accesso alla carriera e alle relazioni sindacali o non costringa, come purtroppo accade, a lasciare il posto di lavoro.
Chi lavora in Comune dovrà ritrovare l’orgoglio di dire “io lavoro per il bene della città, di chi ci vive e di chi ci lavora”.
Occorre costruire nuove soluzioni organizzative che valorizzino capacità, passione e competenza.
E’ questo un interesse primario dei cittadini e in particolare di quelli che più hanno bisogno dei servizi pubblici.
È un interesse del sistema economico poiché migliora l’efficienza della macchina comunale.
È un interesse per chi nel pubblico lavora oggi o vuole farlo domani.
Lavoreremo con impegno:
  1. Per ridare speranza a una Milano che vuole riprendere a crescere e alle famiglie che domandano nuove politiche sociali.
  2. Per dare risposta ai lavoratori e alle lavoratrici che chiedono un’occupazione dignitosa, che consenta di costruire un futuro per loro e per i loro figli. Il che vuol dire anche combattere la precarietà.
  3. Per restituire presente e futuro ai giovani che debbono essere protagonisti della loro vita e della vita della città,
  4. Per garantire alle imprese che vogliono competere un contesto di concorrenza trasparente.
Una Milano in grado di valorizzare la sua grande tradizione di solidarietà e di città aperta e accogliente.
Una città:
1) orgogliosa della sua storia di sviluppo civile e sociale, del suo ruolo di capitale del lavoro, del suo contributo alla democrazia e alla partecipazione.
2) in grado di generare futuro per le nuove generazioni; di dare opportunità, casa e lavoro ai giovani;
na città capitale dei saperi e della cultura, che punta a valorizzare l’istruzione pubblica, la ricerca, la produzione culturale di qualità non solo in centro ma anche nelle periferie.3)
, che devono tornare a essere un fiore all’occhiello di Milano.Vogliamo valorizzare uno dei simboli dello straordinario patrimonio culturale della città: le
Vogliamo una Milano che riconosca e affermi i diritti fondamentali civili e sociali.
Una Milano capitale di un welfare che non lasci ai margini le persone anziane e le persone in difficoltà.
Una città che sappia dare risposte concrete - perché è giusto, non perché è buono - ai temi della disabilità e che renda visibili coloro che oggi sono spesso costretti a restare invisibili.
Una città che promuova l’autonomia personale di chi ogni giorno si misura con ostacoli materiali e barriere architettoniche che dobbiamo rimuovere.
Una città a misura di bambino e, quindi, a misura di tutti. Una Milano che promuova processi di vera cittadinanza e partecipazione attiva.
Una Milano in cui si possa vivere senza venire discriminati per le proprie idee o stili di vita, in cui nessuno si senta solo o straniero.
la loro determinazione al cambiamento. I cittadini hanno espresso anche attraverso i
Costruiremo una città più verde e più vivibile; l’ambiente e la sostenibilità saranno tra le nostre priorità e colmeremo la distanza che, su questi temi, ci separa dai migliori modelli europei.
Affronteremo i grandi temi dell’inquinamento, del traffico, della valorizzazione della Darsena e dei Navigli, come temi dai quali dipendono la qualità della vita e la salute dei cittadini.
Sarà quindi nostro impegno tradurre in atti di governo gli indirizzi espressi dai cittadini durante la consultazione referendaria.
Milano deve riprendere a costruire il proprio futuro, nel rispetto della volontà dei cittadini:
Anche per questo ci impegniamo fin d’ora ad esaminare e a valutare le osservazioni presentate da cittadini e da numerose associazioni al P.G.T (Piano di governo del territorio): non solo per rispetto di quella democrazia partecipativa alla quale crediamo fermamente ma anche perché siamo profondamente convinti che, in quelle osservazioni, vi sia una grande ricchezza per il futuro della città.
Una città in cui non vi siano più abitanti senza casa e case senza abitanti.
Vogliamo una Milano che colga la grande opportunità di Expo 2015 lasciando in eredità ai cittadini più occupazione, più sviluppo, più relazioni internazionali;
che offra soluzioni per combattere la fame, la sete e le malattie e che faccia dell’Expo un’occasione di dialogo tra culture diverse, di diffusione di conoscenze, di apertura al mondo e di progetti di cooperazione internazionale che possano contribuire a contrastare la povertà nell’ottica di quello che non può rimanere una slogan “nutrire il pianeta.-energie per la vita”.
Sono consapevole che nelle tracce di un programma non si può comprimere un’enciclopedia.
Chi dunque volesse setacciare questo mio intervento per vedere cosa non c’è o cosa è insufficientemente trattato avrebbe gioco facile.
Il tema della sicurezza, ad esempio, è un tema rilevante che non intendiamo sottovalutare.
Ma, su questo tema e su altri che il tempo non mi permette di sviluppare. quello che mi preme sottolineare è
E dunque protocolli seri di sperimentazione per assicurare ai cittadini i risultati senza clamori, senza risse, senza le vesti stracciate del giorno dopo.
Mi auguro - e auguro a tutti – di potere inquadrare questo tema nella registro della normalità e non in quello della patologia dell’emergenza perenne.
Cari Consiglieri,
Qualcuno penserà che un discorso di insediamento serva solo per elencare le  buone intenzioni

Ma so che la memoria può diventare un giudice micidiale: proprio per questo una buona intenzione – direi programmatica – la voglio ancora dire.
. , attraverso cui si parla nel modo più istituzionale anche alla città, col Riguarda
”.Sapendo che Seneca ci ammoniva sul fatto che la verità “bisogna dirla
Io considero i miei concittadini in grado di misurarsi anche con problemi gravi, comunque disposti a fare la loro parte, ove informati e coinvolti. Quasi tutta l’Europa funziona con questa etica.
Abbiamo davanti a noi un grande lavoro da compiere, ognuno con la propria storia, con le proprie opinioni, con la propria funzione.
È una sfida entusiasmante. Ci accomuna, ne sono convinto, la volontà di operare bene per Milano.
Le differenze sono una ricchezza che possiamo mettere al servizio della città.
Il mio compito sarà quello di guidare un progetto di cambiamento a cui ciascuno può contribuire nel modo che riterrà più giusto e più opportuno.
Ho fiducia che daremo tutti il meglio di noi stessi.


Grazie.