giovedì 15 settembre 2011

Protesta sindaci, Pisapia non chiude l'anagrafe ma scrive ai cittadini

 «Il Comune, a causa della manovra del Governo, rischia di non essere più in grado di dare i servizi ai cittadini». A lanciare l'allarme è il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, in una lettera destinata ai milanesi e distribuita giovedì a chi era in coda agli sportelli degli uffici comunali. A dare la lettera a molte decine di milanesi che erano in coda all'anagrafe di via Larga è stata l'assessore al Decentramento e alla Municipalità Daniela Benelli. Il Comune di Milano ha infatti aderito alla protesta dell'Anci contro i tagli agli enti locali stabiliti dalla manovra, ma ha preferito tenere aperti tutti i servizi per i cittadini. Anche il sindaco Giuliano Pisapia giovedì ha regolarmente lavorato, partecipando al consiglio comunale straordinario dedicato proprio agli effetti della riduzione dei trasferimenti da parte del governo al Comune di Milano. «Non vogliamo creare disagi ai cittadini togliendo loro un servizio essenziale come l'anagrafe, ma anche il Comune di Milano aderisce alla protesta dell'Anci contro i tagli previsti dalla manovra del governo», ha spiegato l'assessore Benelli. «È fondamentale far conoscere a tutti i cittadini i rischi che corriamo con questa manovra miope ed iniqua - ha continuato la Benelli -. Ogni giorno qui serviamo centinaia di milanesi e vogliamo continuare a farlo nel migliore dei modi».
«MANOVRA SBAGLIATA» - Lo scritto del sindaco di Milano,diffuso anche su Facebook (leggi) e intitolato «I tagli ai Comuni sono tagli ai tuoi diritti», definisce la protesta «molto forte, contestuale in tutti i Comuni italiani» alla quale si è arrivati perché «non siamo riusciti a far cambiare una manovra economica necessaria, ma sbagliata nelle parti che riguardano le Istituzioni territoriali. Non vogliamo peggiorare la qualità della vostra vita - prosegue Pisapia -, ma cercare di migliorare i servizi e le prestazioni in tutti i settori e di difendere i vostri diritti. Oggi non è più possibile perché si preferisce togliere ai Comuni invece di andare a vedere dove le risorse si sprecano realmente». Il sindaco ricorda, quindi, che «ogni anno i Comuni generano per le casse dello Stato entrate per oltre 3 miliardi di euro. Lo Stato, viceversa - aggiunge - continua a non combattere lo spreco di risorse pubbliche».

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